giovedì 9 giugno 2011

MAMAVEGAS.......ALL'OPS! FESTIVAL






























Il 29 Gennaio al Circolo degli Artisti, è stato presentato "Icon Land", l'ennesimo ep dei Mamavegas. Un live che ha affascinato e divertito al tempo stesso. Un palco stuprato da sei elementi che non amano stare fermi, che si scambiano in continuazione gli strumenti, cambiano di posto, lanciano sonagli da far suonare al pubblico.

Fanno parte della mitica 42 records, forse l'etichetta indipendente che ha regalato le più belle sorprese nel 2010-2011, e che sarà molto presente in Ops!.
Ascotate questo disco, veramente emozionate.
A seguire Vi metto un interviste in esclusiva per beatbeattheory realizzata a febbraio.

Ho incontrato alcuni di loro in una fredda sera romana, e si sono messi a disposizione col sorriso in faccia.

Chi sono i Mamavegas e come nascono?

- Marco

Emanuele Mancini, Daniele Petrosino, Francesco Petrosino, Marco Bonini (Ubik), Matteo Portelli (bassista Micecars e Yuppie flu), Andrea Memeo.
I Mamavegas nascono come un progetto di Daniele e Francesco, che in quel di Battipaglia iniziano a gettare le basi di quelli che saranno i Mamavegas attuali. Io conobbi Francesco nel 2005 poiché trasferendosi a Roma venne ad abitare con me, e mi fece ascoltare delle registrazioni di ottima qualità fatte da lui ed il fratello. Rimasi subito colpito dalla profondità del suono e dall'attitudine strumentale del progetto e decidemmo di unire i nostri sforzi e di maturare la produzione insieme. Il caso volle che dopo qualche mese, essendosi liberata un'altra stanza in casa, conoscemmo Andrea, il "nuovo coinquilino", che subito entrò in sintonia con noi. Da qui cominciò tutto. E' curioso notare quanto i Mamavegas siano legati al concetto di "luogo" e soprattutto di "casa". Sulla copertina dell'ultimo ep sono riportate delle coordinate. Queste non sono frutto di immaginazione ma corrispondono ad un luogo ben preciso che si trova sui monti della Sila, in Calabria, e più specificatamente in una casa, una casa di legno. Quel posto è un pò il nostro "rifugio". Lì sono stati registrati quasi tutti i provini, composte gran parte delle canzoni, e soprattutto, oltre ad essere il luogo in cui sono nati i Mamavegas come embrione progetto, è anche il luogo in cui condividono l'approccio compositivo, e coltivano la loro amicizia. In quest'ottica anche la casa di Roma ha giocato un ruolo fondamentale ma del tutto casuale.
Dopo qualche live nei locali della capitale con questa formazione, decidemmo di ampliare l'organico, inserendo Matteo e in ultimo Emanuele, arrivando alla formula definitiva.
Per quanto riguarda il nome, Mamavegas è nato prima come puro suono, pronunciato da Daniele, forse in stato confusionale, è poi diventato il nome di un gruppo per puro caso... In qualche modo significa madre terra fertile e a Francesco piace riferirlo ai luoghi in cui nascono molte delle composizioni. Un giorno, il vero significato, dobbiamo chiederlo a qualche abitante del New Mexico!

Ad una settimana dal lancio del terzo ep, siete soddisfatti dei risultati? Siete in grado di dirci qualcosa riguardo ad un eventuale album?

-
Marco

Assolutamente si, ma non ci fermiamo. Stiamo già registrando il materiale per l'album che (non dipende solamente da noi, ma) vorremmo uscisse in tempi brevissimi.

- Emanuele

Come risultato è ottimo. Siamo molto soddisfatti. Dal sito della 42Records ci sono stati circa 200 download e 600 ascolti nell'arco di due settimane. In oltre alla presentazione dell'ep al Circolo degli artisti abbiamo venduto tutte le copie che avevamo stampato.

Correggetemi se sbaglio: dai vostri pezzi si nota molto la sperimentazione che inneggia al neo-folk australiano ed americano. Ma quali sono i recenti dischi che avete acquistato e/o ascoltato?

- Marco

Per quanto riguarda le influenze, penso che in sei copriamo un arco amplissimo soprattutto se ce lo chiedi singolarmente, ma è altresì evidente che nel progetto ognuno di noi propone cose in sintonia con l'estetica del gruppo. Si, è vero, c'è il folk e c'è ricerca, soprattutto timbrica, ma c'è anche tanto altro che in superficie non sembra uscire, ma che sotto c'è. Nel senso che non bisognerebbe fare l'equazione "chitarre acustiche = folk"

- Emanuele

Si, è vero. Mettiamo la chitarra acustica avanti, perché di quella elettrica non ne possiamo più. Anche noi siamo cresciuti coi Sonic Youth, quindi restiamo legati a livello energetico a quel tipo di "rock", però cerchiamo di dare con le ritmiche e con le chitarre acustiche, quell'impatto energetico che prima si dava col distorsore. Ecco perché siamo forse un pò diversi dal neo-folk odierno.

- Marco

Per quanto riguarda gli ultimi ascolti posso citarti "Akron/Family - S_T II The Cosmic Birth and Journey of Shinju" ed "Efterklang - Magic chairs"

- Emanuele

A me per lavoro capita di ascoltare davvero di tutto. Però ho comprato Wow dei Verdena, e ascoltato Microbiotics, che è un progetto di Dargen D'Amico e Nick Sarno. Poi ho ascoltato e rispolverato "Era vulgaris dei Queens of the stone age".

Dai live ho notato che siete tutti (o quasi) dei polistrumentisti. E' bellissimo vedere sul palco questa "orgia" tra strumenti e musicisti. Ma è un semplice modo di giocare e divertirsi o nasce dalla necessità di eseguire un pezzo scritto da qualcuno sempre diverso?

- Marco

E' proprio legato al modo in cui nascono i pezzi, poiché Francesco, il batterista, suona anche la chitarra; Matteo suona il basso oltre alle tastiere; inoltre registriamo molto a casa e quando montiamo per il live dobbiamo sempre trovare la formula per la quale ognuno ha il suo spazio e la sua parte.

- Emanuele

Già, non c'è nessun ruolo centrale e predefinito. Questo serve pure a incrementare il nostro senso "ludico" di essere musicisti. E poi non ci sono gerarchie strumentali.
[ridendo] E se poi qualcuno dice che non gli è piaciuto il bassista, in questo modo ci dividiamo le colpe!

Viviamo in un era in cui la musica si prostituisce su internet. Se non ricordo male, Radiohead e Nine inch nails sono tra i primi ad aver messo il download dei loro album digitali ad offerta libera. A cosa è dovuta la vostra decisione del free-download?

- Marco

Per un gruppo "nuovo" la cosa più importante è la diffusione. Oggi c'è tantissima musica. Non sarebbe pensabile un mercato come quello di trenta anni fa, dove il disco era un oggetto sicuramente più sacro di oggi. Il nostro primo interesse è quindi che la nostra musica raggiunga i luoghi più lontani, e in questo la rete sembra essere la soluzione migliore.

- Emanuele

E' comunque anche una decisione dell'etichetta, che appoggiamo in pieno, e allo stesso tempo è un modo per prendere coscienza dei tempi in cui siamo. In Italia la vendita del disco (inteso come supporto fisico) è ad appannaggio dei "big". A noi interessa farci sentire dal numero più vasto di persone.

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Finiamo col fumarci una sigaretta.
I ragazzi stanno per prendere una strada che li porterà ad un impatto con un muro fatto di grandi riconoscenze. Auguro loro grandi cose.
E voi godetevi quest'ultimo ep e questo video fantastico.

Emmy
9/10

Free-download da:
http://42records.bandcamp.com/album/mamavegas-icon-land



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